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#Libromania – Intervista a Libreria Prosperi

La Libreria Prosperi è ad Ascoli Piceno da quasi settant’anni. Dal 2010 la nuova gestione ha rinnovato i locali mantenendo la professionalità di sempre proponendo un’ampia scelta di libri di arte, fotografia, architettura e un settore dedicato alla narrativa di qualità, anche per bambini e ragazzi, con particolare attenzione all’editoria indipendente. Presenta inoltre una sala completamente dedicata ai testi tecnici giuridici e professionali, universitari e per i concorsi, riservando particolare attenzione ai continui aggiornamenti di questi settori. I consigli del libraio e la dedizione con cui cura i rapporti con ogni cliente ti permetteranno di soddisfare qualunque richieste, con il valore aggiunto di sentirti a casa.

Situato al piano inferiore è lo Spazio NovaDea, luogo dove fare e diffondere cultura nelle varie forme in cui essa si esprime: presentazioni di libri, letture, laboratori, incontri, piccoli grandi eventi. È un suggestivo spazio espositivo che ospita mostre di artisti e emergenti e già affermati nel circuito nazionale, dove condividere visioni e sviluppare il pensiero, dove trovare idee e ritrovarsi con il sorriso, selezionati dal direttore artistico Daniele De Angelis, che abbiamo intervistato.

Ciao Daniele! Partirei chiedendoti di raccontarci un po’ di te e di come sia nata l’idea di diventare libraio e di una libreria che ha quasi settant’anni. Puoi raccontarci di te e la storia della tua libreria?

La Libreria Prosperi è ad Ascoli Piceno dagli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale e nel tempo ha subito varie trasformazioni, sia negli spazi che nelle sue finalità. Nel tempo è stata infatti libreria scolastica, di varia e di editoria tecnico-professionale; nel passato ha avuto una superficie di vendita molto più ampia rispetto all’assetto attuale che risale agli anni ’90, quando è stato realizzato il soppalco. Per avere un’idea di come appariva prima degli anni ’90 si può vedere il film del regista ascolano Giuseppe Piccioni Il grande Blek, splendida pellicola del 1987 nella quale appare la Libreria Prosperi, luogo di lavoro di una delle protagoniste lavora. La libreria l’ho rilevata nel 2010, insieme alla mia amica Valentina Norbiato, dall’ultima erede della famiglia Prosperi, Roberta. L’impostazione che volemmo dare fin da subito fu quella di un luogo dalle molteplici specificità, dedicando una sala all’editoria tecnica, professionale e concorsuale e una sala, quella principale, esclusivamente alla varia. Recuperammo lo spazio del seminterrato, due stanze divise da un massiccio arco in mattoni e pietra, che nel tempo era diventato magazzino, trasformandolo in sala per presentazioni di libri, conferenze e soprattutto esposizioni di arte contemporanea.
Ma la vita di una libreria indipendente è sempre imprevedibile! E così nel 2013, entrarono a far parte dei nostri spazi anche le ragazze e i ragazzi del Commercio Equo Solidale, che trasferirono da noi i prodotti alimentari e di artigianato della loro bottega, già presente ad Ascoli da alcuni anni. Questo è stato l’ultimo grande cambiamento strutturale del negozio; un altro cambiamento, ma di ragione sociale, risale al 2015, quando sono rimasto unico titolare della libreria.
In questi ultimi anni le novità maggiori sono venute dalla sezione di editoria varia, nella quale ho dato ampio spazio a editori indipendenti, piccoli e medi, con i quali ho rapporti commerciali diretti, e privilegiando autori meno noti ed emergenti. Tutto questo si è affiancato al mantenimento del consolidato settore tecnico-professionale e di rapporti duraturi e fruttuosi con editori di arte, architettura, design e illustrazione, in particolare Logos e Taschen, e ai servizi al cliente

Il territorio ha avuto alcuni problemi, fra inflessione economica e danni post terremoto. Qual è il bilancio del tuo lavoro che trai di questi ultimi anni?

Il territorio vive grandi problemi da parecchi anni, specialmente nell’ambito lavorativo e occupazionale, che il sisma del 2016 ha ulteriormente accentuato, innescando uno spopolamento massiccio delle zone più colpite dell’entroterra ma anche di alcune parti della stessa città di Ascoli Piceno, come il centro storico. Qui infatti, dove ho la mia libreria, a causa dell’inagibilità di alcuni edifici, alcuni commercianti hanno dovuto spostare le proprie attività e molti residenti hanno dovuto traslocare sia in zone periferiche della città sia, in molti casi, lungo la zona costiera della provincia. Questo svuotamento della parte storica e centrale della città, nella quale erano concentrate le principali attività commerciali, ha avuto ripercussioni negative sia a livello economico sia nel tessuto sociale.
Personalmente, per far fronte a queste problematiche, oltre a far parte di un’associazione di commercianti del centro storico chiamata WAP (W Ascoli Piceno), con la quale si portano avanti richieste atte a rendere più vivibile e fruibile il centro della città anche attraverso eventi e promozioni, ho iniziato a collaborare in modo costante con realtà associative sorte sul territorio negli ultimi anni. Associazioni di diversa natura, quali Aps Vivo/Bimbi del bosco, Lost in Piceno e UAAR sezione di Ascoli Piceno; con loro abbiamo realizzato e realizzeremo conferenze, presentazione di libri, corsi di formazione culturale, attività sociali. Fare rete credo sia realmente l’unico modo per impedire la dispersione e frammentazione di forze e obiettivi, e soprattutto una possibilità concreta di resistere alle avversità di questi anni e allo stesso tempo gettare le basi per una ripresa.

Come si svolge la tua giornata tipo? Come scegli i libri che suggerisci ogni giorno ai lettori che si affacciano alla tua soglia?

La mia giornata tipo credo sia simile a quella di molti librai indipendenti: per prima cosa rispondo alle e-mail (editori, distributori, clienti, proposte di presentazioni o mostre); poi carico sul gestionale le novità editoriali e contatto i clienti per le prenotazioni evadibili, sistemo a scaffale e in vetrina le novità e i reintegri e in questo periodo sto anche riorganizzando l’esposizione di alcuni settori. Attività quotidiana immancabile è quella dell’aggiornamento degli account social con notizie delle attività della libreria, foto delle nuove proposte editoriali, condivisione di articoli. Nel pomeriggio tendenzialmente mi informo tramite testate giornalistiche cartacee e on-line sulle novità editoriali e su temi culturali in generale; una parte del tempo la dedico alla lettura ma paradossalmente in libreria non riesco a concentrarmi quanto vorrei, partono sempre mille pensieri, cose da fare che avevo tralasciato, imprevisti di ogni tipo. Poi per fortuna ci sono i clienti e la quotidianità amministrativa e formativa del libraio viene rivitalizzata da uno scambio di opinioni, dal dispensare un consiglio di lettura, dal riscontrare l’interesse che una mia proposta editoriale ha suscitato.
Le case editrici e gli scrittori che propongo ai miei clienti provengono nella maggior parte dei casi dall’editoria indipendente; piccole e medie case editrici capaci di portare avanti un discorso coerente, diverso e spesso coraggioso. In più in questa dimensione è molto più naturale far nascere dei rapporti di stima e anche amicizia tra libraio, editore e autore, come è accaduto con Gianluca Galletti di Tuga edizioni ed Emmanuele Pilia di D editore o con uno scrittore della scuderia Gorilla Sapiens – e da due anni anche collega libraio indipendente con la sua libreria Mannaggia a Perugia – Carlo Sperduti. Cerco di proporre opere che possano incuriosire il lettore, capaci di spostarlo su terreni meno battuti rispetto a quelli delle case editrici più note, dove sono convinto si possano fare ancora esperienze di lettura capaci di stupire e soprattutto innescare nuove domande; capaci insomma di sedimentarsi all’interno del lettore, divenendo esperienze di crescita umana e culturale.

Perché bisogna sostenere le librerie indipendenti?

Bisogna sostenerle per ciò che ho appena detto, perché le librerie indipendenti se curate da libraie e librai attenti e coraggiosi, sono un avamposto di difesa della varietà culturale e della diversificazione delle proposte. Nelle librerie di catena il lettore può trovare quasi tutto quello che già sa di voler leggere, nella libreria indipendente trova l’inatteso e soprattutto trova la visione di un progetto, trova le passioni del libraio e la sua voglia di condividerle. La specificità delle librerie indipendenti è proprio nella sorpresa, nel non sapere cosa ci si può aspettare di trovare come lettori; e l’inatteso oggi, in una società standardizzata perfino nelle paure e nei desideri, deve essere difeso, coltivato e condiviso.

Qual è la fascia d’età che frequenta di più la libreria?

Dipende molto dai settori. Per la parte tecnico-professionale, 40/50 anni, per la parte di varia, soprattutto con l’ampliamento dell’editoria indipendente, ci attestiamo tra i 30/40 anni. Le fasce più giovani latitano, ma anche qui si tratta di un problema endemico; è di qualche settimana fa, infatti, un articolo su una testata giornalistica locale che descrive come dal 2011 sia in atto una costante diminuzione di giovani tra i 18 e i 35 anni nella città di Ascoli Piceno. Quella fascia di popolazione che una volta lasciata la città per studio difficilmente fa ritorno, dissuasa dalle poche prospettive lavorative.

Al piano inferiore della libreria si trova Spazio NovaDea, di cui sei direttore artistico. È un luogo dove organizzi presentazioni di libri, letture, laboratori, incontri, piccoli grandi eventi e chi più ne più ne metta. Quali novità ci sono in cantiere per il 2019?

Attualmente, fino al 23 marzo, è esposta la mostra “Back Home” di Letizia Paolini a cura del prof. Alessandro Zechini, una mostra di illustrazione di una giovane artista che indaga il rapporto dello spazio casalingo con la propria individualità, una casa che da rifugio forzato torna ad essere, attraverso un percorso catartico, luogo accogliente e protettivo. A marzo abbiamo due importanti eventi che mi rendono felice e orgoglioso: il corso di scrittura “La vita delle parole – teoria e pratica dell’arte narrativa” tenuto dallo scrittore Vincenzo Maria Oreggia, e l’incontro con lo scrittore canadese Douglas Anthony Cooper che presenterà il suo romanzo cult “Amnesia”, riedito in Italia da D Editore, insieme all’editore Emmanuele Pilia e in dialogo con Letizia Paolini e Alessandro Zechini. Altro evento in fase di definizione è l’incontro con la casa editrice indipendente Edicola Ediciones specializzata in letteratura cilena ed italiana, che si svolgerà in contemporanea con la mostra delle opere dell’artista Hernan Chavar, curatore di quasi tutte le copertine della citata casa editrice. Questi gli eventi prossimi, altri se ne aggiungeranno e verranno puntualmente comunicati.

Qual è il libro che stai leggendo in questo momento?

Ho appena finito di leggere “Ho ucciso. Ho sanguinato” di Blaise Cendrars edito da Nonostante edizioni, specializzata in narrativa francese sperimentale, forse due dei racconti più belli letti da me fino ad oggi, due spaccati della Prima Guerra Mondiale scritti in modo eccellente. Attualmente sto invece leggendo “Farfariel. Il libro di Micù” dello scrittore e amico Pietro Albì, conosciuto qualche anno fa grazie alla mostra che sua moglie, l’artista Francesca Casolani, realizzò da me. Il libro è edito da uovonero, importante editore per bambini e ragazzi attento alle tematiche della diversità e dell’inclusione, e narra le vicende del giovane Micù, bambino affetto da poliomielite, nel paese abruzzese di Canzano nel 1938. Un romanzo corale che, parallelamente alle vicende di Micù e del diavolo Farfariel che lo spinge alla ricerca di un misterioso libro, narra le storie dei più strani personaggi del paese, con riferimenti anche feroci al drammatico periodo del ventennio fascista. Un libro per ragazzi ma non solo, data la stratificazione di tematiche trattate, scritto con un sapiente e divertente stile che fa del pastiche linguistico tra dialetto, italiano ed inglese la sua cifra ritmica; un libro graficamente affascinante grazie a fotografie d’epoca e alle incursioni segniche del diavolo Farfariel, che con cancellature e aggiunte, interviene attivamente nella narrazione. A questa lettura sto affiancando quella de “L’opera in versi” di Osip Mandel’stam, da poco pubblicata dal raffinato editore maceratese Giometti & Antonello, libro fondamentale per conoscere tutta la produzione pubblicata in vita del grande poeta russo.

Dove possono seguirti i nostri lettori?

Possono seguirmi sul profilo facebook Libreria Prosperi e sul profilo instagram libreriaprosperi, oltre che richiedere di essere iscritti alla newsletter, ma naturalmente il modo migliore scoprire il micromondo Prosperi è venire a trovarci!

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