Alpinisti da favola – Intervista a Denis Falconieri

Quest’anno mi sono ritrovata a fare quello che amo di più, insegnare, in un posto dove non avrei mai creduto di finire, un piccolo paese sull’Appennino Tosco-Emiliano. Con i mesi ho imparato ad apprezzare panorami e suoni nuovi a chi ha sempre vissuto prima sul mare e poi in città, e ho scoperto che ciò che per anni mi ha sempre fatto un po’ paura, la montagna, è in realtà uno dei luoghi più belli che si possano ammirare se la si impara a conoscere. Così, quando ho scoperto Alpinisti da favola ho subito capito che avrei dovuto saperne di più su questo progetto: un libro che racconta la montagna ai bambini e lo fa per aiutare i bambini di montagna, devolvendo una parte del ricavato dei libri all’associazione valdostana Sanonani Onlus.Ringrazio di cuore Denis Falconieri per aver risposto alle mie domande e avermi dato la possibilità di farvi scoprire questo bellissimo libro.

Tanto per iniziare, parliamo un po’ di voi: chi sono Denis Falconieri e Rossella Scalise e come siete arrivati all’idea di una collaborazione che ha incluso non soltanto voi due, ma anche Chiara Fedele per le illustrazioni, Chicco Margaroli per la copertina e Enrico Martinet per l’introduzione?

Innanzitutto, mi piace dire che siamo una cordata, perché in montagna si va in cordata, e che tutti insieme siamo riusciti a realizzare questo libro. Due parole su di me: sono un giornalista e da febbraio lavoro per l’ufficio stampa della regione Valle d’Aosta. Continuo a scrivere per Lonely Planet per cui, insieme ad altri, sto scrivendo la mia quarta guida, quella sull’Emilia Romagna. Rossella Scalise invece è laureata in lettere, ha frequentato la Scuola Holden ed è una copywriter. Ha già scritto diversi libri per bambini prima di questo e si occupa della casa editrice Babele Editore con la quale è stato pubblicato Alpinisti da favola.

L’idea del libro nasce due anni fa, mentre scrivo la guida delle Dolomiti. Tutte le guide Lonely Planet alla fine presentano degli approfondimenti che possono riguardare la storia, la cultura, l’enogastronomia, e la guida delle Dolomiti prevedeva un approfondimento sulla storia della scoperta dei Monti Pallidi. Io, già appassionato di montagna, me ne sono appassionato ancora di più e mi è venuta l’idea di provare a raccontare una storia dell’alpinismo per bambini, una cosa che mancava nel panorama dell’editoria italiana. Ho conosciuto Rossella quando sono stato a presentare la storia delle Dolomiti a Rai Radio Valle d’Aosta e lei era lì per presentare un libro per bambini uscito in occasione di Natale. Quando propongo il mio progetto sul libro a lei e al titolare della casa editrice ne sono molto entusiasti e così iniziamo a lavorarci.

Alpinisti da favola racconta le storie di 20 personaggi diversi, 20 eroi che hanno segnato la storia dell’alpinismo. Con quale criterio avete scelto quali storie raccontare?

La storia dell’alpinismo è costellata di grandi imprese e di storie bellissime. La prima idea era quella di raccontare la prima conquista delle montagne della Valle d’Aosta. Poi, però, ci siamo chiesti perché limitarsi alla Valle d’Aosta quando ci sono tantissime altre montagne in Italia e abbiamo deciso di aprire lo sguardo verso le Dolomiti. Da lì, abbiamo guardato in alto e abbiamo deciso di allargare ancora di più lo sguardo fino ai Pirenei, al Kilimangiaro e all’Aconcagua, per arrivare alle grandi montagne dell’Himalaya.

Con più precisione, abbiamo raccontato la prima scalata delle grandi montagne. Il Monte Bianco che è quella che ha segnato la nascita dell’alpinismo, il Cervino che è la montagna iconica per eccellenza, e poi siamo passati alla montagna più alta dei Pirenei, alla prima montagna ad essere stata conquistata delle Dolomiti, alle più alte dell’Africa e dell’America, per finire con le più alte dell’Himalaya: l’Everest e il K2.

Due particolari che mi ha colpito di questo lavoro: aver inserito tra gli eroi degli animali e, soprattutto, figure di donne che hanno rivoluzionato l’idea di alpinismo. C’è una sorta di “intento didattico” dietro questa scelta, un messaggio da dare ai piccoli lettori?

La prima conquista delle grandi montagne è stata fatta da parte di uomini. Ci sembrava una bella idea provare a dare un tocco di rosa al libro, e così abbiamo inserito anche alcune grandi imprese di donne che hanno fatto cose eccezionali. L’idea di base è quella di cercare di dipingere tutte queste persone come degli eroi epici, dei supereroi che sono riusciti a spostare l’asticella del limite e a aprire la conoscenza ad altri facendosi in un certo modo pionieri della montagna. Quest’anno è il 50° anniversario dell’uomo sulla luna e credo che lo spirito che ha spinto i primi uomini ad arrivare su cime così alte sia stato proprio questo, ciò che io chiamo fattore Ulisse, scoprire cosa c’è oltre. Più che di intento didattico parlerei di intento divulgativo. Abbiamo fatto ricerche sulla presenza di libri di testo per bambini sull’alpinismo e non abbiamo trovato nulla. Ci siamo accorti, da valdostani, che ci sono molti bambini qui che non sanno chi è stato il primo ad aver scalato il Monte Bianco o come si è svolta la prima scalata del Cervino. Quindi, la nostra volontà è stata quella di provare a raccontare queste ed altre storie in maniera semplice. C’è dietro un lavoro molto attento nella riduzione di storie che a volte vengono raccontate in interi libri, a storie di una sola pagina. Intento quindi divulgativo sia per i piccoli che per i più grandi. Si tratta, infatti, di storie sì da favola ma pur sempre vere, fedeli alla realtà e che possono quindi incuriosire anche qualche adulto spingendolo ad approfondire alcuni aspetti dell’alpinismo.

Nella prefazione a “Alpinisti da favola” il giornalista Enrico Martinet definisce la montagna come “il luogo dell’ignoto, dove si confondono paura e meraviglia e gli interrogativi restano sospesi”. Pertanto, il luogo delle favole perfetto. Voi che siete appassionati della montagna siete d’accordo con questa definizione? e quanto di questa affermazione avete cercato di mettere nelle storie che raccontate nel libro?

Sul fatto che la montagna sia il luogo dell’ignoto sono sicuramente molto d’accordo. È un luogo tutto da esplorare e da scoprire ed è questo il senso che abbiamo messo anche nei racconti. C’è questa curiosità dell’uomo che viene spinto a superare i propri limiti per aprire nuove vie, affinché anche altri possano poi ripercorrerle e stupirsi della bellezza dei panorami che si possono ammirare dalla vetta della montagna.

Ultima domanda: l’ultima storia che raccontate è quella di Chantal Maudit, scrittrice e poetessa che decide di raccontare l’alpinismo non soltanto attraverso le sue imprese, ma anche con le parole. È stata una scelta casuale o, in un certo senso, un modo per ricollegarvi a ciò che avete fatto voi con questo testo: raccontare l’alpinismo attraverso le parole e i disegni?

È casuale il fatto che questa storia sia finita per ultima. Abbiamo scelto di disporre le storie in ordine cronologico per rendere conto di come si è evoluta la storia dell’alpinismo nel tempo. Un altro particolare è che abbiamo scelto di inserire storie di alpinisti del passato e non più in vita. Scelta legata anche all’idea di fare un Alpinisti da favola 2 dedicato agli alpinisti contemporanei, coloro che negli ultimi anni hanno fatto cose straordinarie. Questo perché in montagna c’è ancora tanto margine per rendere lo spirito avventuroso e pionieristico uno spirito reale.

Immagini: Babele Editore.

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