shorturl.at/kwABM

Fotografia e lettura attraverso le immagini di Steve McCurry

Modena, Sala Mostre delle Gallerie Estensi, fino al 6 gennaio. Salvate queste informazioni in agenda e se cercate delle idee per riempire questi pomeriggi di vacanze e staccare un po’ dai lunghi pasti natalizi tiratele fuori.

Un’esposizione di 70 immagini del fotografo statunitense Steve McCurry vi aspettano per raccontarvi – è proprio questo il verbo più adatto – le storie di persone che, immortalate in parti del mondo lontane e molto diverse, sono accomunate da uno dei gesti più semplici e più genuini di sempre: la lettura.

La mostra, organizzata da Civita Mostre e Musei e curata da Biba Giacchetti, con i contributi letterari dello scrittore Roberto Cotroneo, presenta le foto scattate dall’artista in circa quarant’anni di carriera e che includono la serie che lo stesso McCurry ha riunito in un volume che è stato pubblicato come omaggio al fotografo ungherese André Kertész, uno dei suoi maestri.

La maggior parte degli scatti ritrae persone di tutto il mondo, assorte nell’atto di leggere. I contesti sono vari: i luoghi di preghiera in Turchia, l’Asia Centrale, l’Afghanistan devastato dalle bombe, Cuba, la frenesia degli Stati Uniti e perfino le strade dei mercati in Italia. Il momento intimo e privato della lettura diventa il filo rosso che lega tutte le persone ritratte nelle foto, sottolineando al contempo l’estremo divario tra un luogo e l’altro.

L’opera di McCurry parte dalle basi, dalla definizione di fotografia come scrittura della luce, e in quanto tale fortemente legata alla lettura. McCurry, infatti, definisce se stesso come un narratore di storie con il compito di raccontare, attraverso le immagini, quello che accade altrove nel mondo.

Ciò che viene fuori dalle fotografie esposte è sicuramente il duplice ruolo della lettura: momento di evasione e simbolo di unione, famigliare, culturale e sociale. In ognuna degli scatti presentati i protagonisti vengono colti in momenti della loro quotidianità: a scuola, a casa, per le strade delle città o mentre sono in pausa dal lavoro. In ognuno di essi il libro svolge una funzione diversa: è momento di unione famigliare per la madre con i bambini che sta leggendo sul divano; è simbolo di cultura per i ragazzi afghani costretti a svolgere le proprie lezioni tra le macerie, o ancora, è simbolo di salvezza per chi vive la quotidianità della guerra e decide, nonostante tutto, di rifugiarsi nei libri.

Ad essere immortalati sono soggetti di ogni tipo: giovani, anziani, lavoratori, donne. Proprio come uno scrittore McCurry sceglie il posto, il contesto, e attende il soggetto giusto, il personaggio adatto per la propria storia. Il parallelismo scrittura-fotografia viene sottolineato dalla scelta, ad opera di Roberto Cotroneo, di una serie di brani letterari che accompagnano le foto. L’intento è quello di coinvolgere il più possibile il lettore e guidarlo nell’interpretazione e nella lettura delle immagini. Un’interpretazione che resta tuttavia molto soggettiva. Non sappiamo esattamente cosa si nasconda dietro gli scatti di McCurry, non conosciamo i libri presenti nelle foto e non sappiamo nulla di chi li sta leggendo, ma è proprio in questo che consiste la magia di questa mostra. Come un romanzo è capace di farci viaggiare con la fantasia, così le immagini del fotografo statunitense ci forniscono gli spunti per poter leggere una storia, quella che lui sta scrivendo, ma anche per inventarne una tutta nostra.

La mostra si completa con un’esposizione dal titolo Leggere McCurry dedicata ai libri del fotografo pubblicati a partire dal 1985. Quindici sono quelli esposti, alcuni dei quali introvabili. Ognuno dei libri, inoltre, è accompagnato dall’esposizione delle foto delle rispettive copertine.

Un’esperienza che vi ruberà poco tempo, ma che vi darà molti spunti di riflessione. Uno sguardo a ciò che è distante, diverso, ma che la scrittura e lettura – della luce e non solo – rende simile, vicino, quasi palpabile.

Immagini: shorturl.at/kwABM per l’immagine di copertina. Le immagini contenute nell’articolo sono prese dalla mostra.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.