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Il desiderio di Tre Donne secondo Lisa Taddeo

Il caso letterario del 2019 è stato, senza dubbio, Three Women di Lisa Taddeo. Per mesi ha occupato il primo posto nelle reading list di entrambi i lati dell’oceano; le testate più importanti e i blog meno frequentati rilasciavano recensioni su recensioni; Showtime ne ha comprato subito i diritti per farne una serie tv, aggiungendo un nuovo tassello al proprio arsenale dedicato al sesso, con Masters of Sex e The Affair a guidare.

Perché il libro–ricerca che ha messo in subbuglio tutto il mondo, e che ora arriva anche in Italia grazie a Mondadori, ha riportato alta l’attenzione su un tema ancora taboo, tanto nella quotidiano quanto nella letteratura: il desiderio femminile.

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Uno dei poster di CHEAP a Bologna – dalla pagina Facebook

Il libro è frutto di otto anni di ricerca, interviste e colloqui tenuti da Lisa Taddeo non solo con le tre protagoniste, ma anche con le loro famiglie, i loro amici, i loro conoscenti. Perché non si tratta di fiction, chiarisce subito l’autrice nel prologo: tutto quello che viene raccontato è successo realmente, è stato sentito davvero, ha avuto veramente ricadute.

Quello che fa Lisa, però, è decidere di lasciare loro il centro della scena, restituendo la posizione di protagoniste effettive dei racconti, permettendo loro di riappropriarsi finalmente della loro esperienza senza filtrarla né giudicarla. Le storie di Maggie, Lina e Sloane si intervallano, contrappongono e incastrano, svelando i loro intimi desideri, le aspettative, le delusioni, le aspirazioni e, soprattutto, le disillusioni.

Ci sono donne che aspettano perché se non lo fanno si sentono minacciate dall’evanescenza. In quel momento sono convinte che non potranno mai desiderare altri che lui.

Lisa Taddeo, Tre Donne

Chi sono le protagoniste di Tre Donne

Lina vive in Indiana con il marito Ed e due figli. La vita sessuale della coppia è praticamente azzerata da Ed, che non solo rifiuta le avance della moglie ma non si propone nemmeno per primo, facendo trascorrere sempre più tempo tra un rapporto e l’altro. Lina, però, ha bisogno di essere l’oggetto desiderato, anche se solo virtualmente, di un maschio: per questo cambia in rapida successione la propria fotografia di profilo su Facebook, per ricevere like e apprezzamenti sempre nuovi.

L’assenza di contatto fisico è però ciò che la strugge di più, fino a farle creare dei count down interiori in cui dà a se stessa e al marito continui ultimatum, che non vengono mai davvero rispettati perché lo struggimento non viene da lui condiviso. Ma la cosa che Lina desidera più di ogni altra è essere baciata. Questo la spinge a riallacciare i rapporti con il primo ragazzo che abbia mai avuto, Aidan, con cui inizia una relazione extraconiugale. La descrizione dei loro rapporti sessuali sembra serva a convincere noi – e le donne che Lina incontra e a cui confida questi appuntamenti – che si tratta dell’apoteosi del sesso, che prima d’ora nessuno si è mai desiderato così, che nessuno godrà più di così, quasi a supportare il diritto ai tradimenti di Lina, più che la loro intenzionalità. «Chi non vorrebbe essere al mio posto?» sembra dirci Lina mentre si sistema la camicetta e ci guarda soddisfatta con il sorrisino di chi sa. Questo, tra i tre raccontati, è il desiderio più carnale.

La cogliamo però in fallo tante volte, forse più del dovuto per farci credere che davvero quella che dobbiamo sentire nei suoi confronti sia invidia (buona): quando si compra della nuova biancheria intima che non verrà mai notata, quando assume baby sitter che non può permettersi pur di avere mezz’ora con Aidan, quando rinnova il suo amore nonostante ogni volta lui rimanga in silenzio, confermi che non ha intenzione di lasciare la moglie e che non prova gli stessi sentimenti per lei. Sono gli stessi falli che commettiamo quando proviamo a sentirci protagonisti di qualcosa che non c’è, quando ci sforziamo di creare un contesto a qualcosa che non ha sottotesto. Come la ragazza che stamattina sulla 61 ha detto all’amica al telefono «Ieri abbiamo deciso così, ognuno per la sua strada. [pausa di silenzio] Io però non so cosa significhi, cioè non lo devo più sentire? Dopo lo chiamo». La storia che ci raccontiamo è sempre (tragicamente) troppo più forte della realtà.

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Dettaglio di Apollo e Dafne del Bernini – Mateus Campos Felipe via Unsplash

Maggie è la più giovane delle tre donne: a soli 17 anni si ritrova al centro delle attenzioni e delle mire sessuali del proprio insegnante, sposato e con figli. Un uomo forse mai completamente uscito dall’adolescenza, che comunica con lei tramite sonetti di Neruda e Twilight, creando in questo rapporto illegale una sorta di pretesto o parallelo letterario che lo autorizzi, quando poi, alla fin fine, si tratta di gratificazione. Maggie è senza dubbio una ragazza che vuole essere vista: tutti lo siamo stati almeno una volta, quando crediamo che lo sguardo che si posa su di noi e ci stacca dal resto della massa ci stia autorizzando a esistere e che, per questo, gli dobbiamo essere debitori.

Questo è lo strano patto che Knodel e Maggie creano, per nascondere l’abuso sotto mentite e accattivanti spoglie: era ovvio sin dall’inizio che le cose non sarebbero mai potute finir bene tra loro – ma in questo caso, poi, “bene” cosa significa davvero? – quindi perché continuare? Perché struggersi? Perché non riuscire a chiamare le cose con il loro nome?

È triste quando un’ossessione diventa leggermente meno ossessiva. È come se si stesse rendendo conto di non essere fatta per morire d’amore.

Lisa Taddeo, Tre Donne

Quando Maggie riuscirà a farlo, le ricadute saranno pesantissime. Anche perché questa ragazza non è la tipica bellezza adolescenziale americana: quasi che il fatto che non corrisponda ai canoni del proprio Paese venga visto come un’aggravante nei suoi confronti, la faccia passare automaticamente dalla parte del torto, per una che si è inventata tutto per danneggiare il professore dell’anno.

Sloane, d’altro canto, è la donna americana perfetta, quella che se non è la protagonista del film si nota comunque subito, grazie alla cura con cui è ritratta e che rivela quanto, sotto sotto, sia la preferita degli sceneggiatori. Quella che in Girlfriends’ Guide To Divorce (2014-2018) sarebbe un misto di Phoebe e Delia, in Girls (2012-2017) Marnie e Jessa, in Expectation (2019) di Anna Hope è Lissa. Questi esempi non sono stati scelti casualmente: sono riusciti a diventare dei “casi” proprio in virtù del loro porre al centro della scena, televisiva o letteraria, donne che non funzionano nel loro ruolo sociale, che amano andare a letto con più partner (anche allo stesso tempo) e che non sono, in definitiva, stereotipate, anche nel loro fisico. Salvo, così facendo, creare un nuovo stereotipo di donna contemporanea, in cui anche Lina, Maggie e Sloane sembrano ricadere, più che avere la forza di creare archetipi.

Certe paure che riguardano il desiderio avremmo dovuto superarle da tempo. Sappiamo dire che vogliamo scoparci chiunque, ma non sappiamo dire che ci aspettiamo di essere felici.

Lisa Taddeo, Tre Donne

Cosa ci insegna Tre Donne di Lisa Taddeo?

Non credo che Tre Donne sia da considerarsi un libro femminista. Piuttosto, quello di Lisa Taddeo mi sembra un libro realista. Non realistico, ma realista: non solo perché le storie e le persone che racconta sono reali, ma soprattutto per la mancanza di un narratore forte che cerca di offrirci una chiave di interpretazione o di giudizio preponderante, che ci indirizzi nella lettura.

Le notizie che ci dà Lisa Taddeo sullo stato della sessualità femminile, negli Stati Uniti ma non solo, non sono confortanti né empowering: Lina è stata drogata e stuprata da tre ragazzi al liceo, Sloane è stata bulimica gran parte della propria vita e ha subito le avance del fratello, Maggie ha e come conseguenza ora è imbottita di farmaci, sovrappeso e, soprattutto, orfana di padre.

Quello che ci colpisce davvero è la capacità di queste donne di accettare, di fingere, di costruire una sorta di normalità attorno a situazioni borderline, di raccontarsi senza sosta la storia che la cultura pop ha detto e insegnato loro a voler vivere. Non è un caso che i punti di riferimento di queste donne siano best seller come Twilight e 50 Sfumature di Grigio: non importa il loro grado di istruzione, la classe di appartenenza, le frequentazioni, gli appetiti sessuali: questi sono i punti di riferimento che la società dominante a saputo dare loro e che considerano quindi autorevoli e, ancora di più, veri.

Tre Donne non è un libro che fa scoprire ai propri lettori e al mondo qualcosa di nuovo, di sconosciuto, di silenziato più che silenzioso. Non è una denuncia: è più una universale, semi–rassegnata presa d’atto.

E parlando di Maggie dice: Vi suggerisco di riflettere sul fatto che con il tempo i ricordi diventano quello che si vuole. Non necessariamente quello che è successo davvero.
Ma tu che cazzo ne sai di ragazze, pensa Maggie. Non ci ricordiamo quello che vogliamo ricordare ma quello che non possiamo dimenticare.

Lisa Taddeo, Tre Donne

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