La scuola nel bosco – L’apprendimento sensibile in mezzo alla natura

Scuole e università sono le prime istituzioni ad aver chiuso in Italia e saranno, probabilmente, le ultime a riaprire. Manifestazioni e proteste hanno dato vita a un acceso dibattito sulla validità di decisioni “emergenziali” che sembrano protrarsi senza fine di fatto dimenticando un settore di fondamentale importanza, quello dell’istruzione e della formazione. Settore che, come sottolinea l’approfondimento di Jacobin Italia, sembra non rientrare tra le attività essenziali del nostro Paese.

Tuttavia, come accade abitualmente, a una sfida corrispondono molteplici di tentativi di vincerla. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e quella primaria, ad esempio, notevole enfasi è stata data alla tipologia della scuola outdoor, una pratica abituale in nord Europa e ora finalmente più conosciuta anche da noi. Nelle ultime settimane non è stato raro imbattersi in qualche articolo che elogiava l’iniziativa di maestre e maestri nel portare avanti le lezioni al parco. La scuola all’aperto, però, è molto più di qualche sporadica lezione al parco.

Si tratta, infatti, di una modalità di apprendimento che fa della natura, del bosco in particolare, il luogo prediletto per i più piccoli. Niente mura, all’aperto anche sotto zero e scarpe resistenti per arrampicarsi, scivolare e sguazzare nel fango. In poche parole l’apprendimento si fa per scoperta. Infatti, con poche ma importanti regole, i bambini dai 3 ai 6 anni – questa la fascia d’età maggiormente interessata – sono lasciati liberi di esplorare e apprendere con i loro tempi, assecondando i loro interessi, sviluppando le loro passioni e costruendo, lentamente, quell’indipendenza e quella fiducia in sé stessi tanto preziose nella vita che li attenderà. Le indicazioni limitanti e restrittive sulla potenziale riapertura a settembre – si parla di distanziamento, plexiglass, lezioni miste – potrebbero dare slancio a quella che risulta ancora essere una metodologia di insegnamento e di apprendimento sottovalutata.

Eppure come ci dice Michela Schenetti dell’Università di Bologna intervistata su Radio24 da Maria Piera Ceci, le scuole all’aperto nella città di Bologna non sono nate l’altro ieri bensì hanno festeggiato il loro centenario proprio quest’anno. Inizialmente nate per portare i bimbi sui colli del capoluogo emiliano-romagnolo per ragioni di salute, oggi le scuole all’aperto o scuole nel bosco consentono di porre al centro le necessità e i desideri dei più piccoli, mantenendo attiva la loro concentrazione, riducendone i livelli di stress e sviluppando una conoscenza che avviene attraverso l’uso dei cinque sensi. Prosegue Schenetti, è importante considerare il tempo all’aperto non tanto come un tempo di svago quanto un tempo per fare scuola, per apprendere. E se colli e boschi non sono propriamente a portata di tutti, specie nelle grandi città, sarà indispensabile fare in modo che aumentino i momenti di scuola all’aria aperta anche in ambito urbano. A Trieste, ad esempio, le insegnati e gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo Altipiano di Opicina a hanno provato a rivoluzionare le cose seguendo i principi dell’education outdoor, con la collaborazione e il coinvolgimento dei genitori, un elemento fondamentale per la buona riuscita di questo tipo di didattica. La filosofia della scuola nel bosco, tuttavia, è ancora diversa. Non c’è distinzione tra un dentro e un fuori e ogni attività ha luogo all’esterno, senza alcun tipo di recinzione e con qualsiasi tempo meteorologico come precisa la pedagogista della cooperativa Canale Scuola, Serena Olivieri, anche coordinatrice della rete nazionale delle Scuole nel Bosco, una realtà che lentamente ma inesorabilmente si consolida anche da noi. Attualmente il nostro paese conta 16 scuole attive lungo tutta la penisola, con le prime nate nel veronese e l’ultima sorta recentemente a Messina.

L’8 giugno c’è stato un incontro online di presentazione del progetto a cui hanno partecipato i coordinatori delle diverse scuole e moltissimi genitori curiosi di saperne di più. Mossa dallo stesso obiettivo, tra i presenti c’ero anche io. Il principio alla base, come spiega Davide Fattori, è quello di lasciare liberi i bambini di apprendere attraverso la scoperta e il gioco libero: “se glielo lasciamo fare, l’intelligenza si sviluppa” afferma Fattori. Le famiglie che vogliono sperimentare questo tipo di scuola e aderire al progetto diffuso della Scuola nel Bosco sono invitate a sostenere un colloquio conoscitivo ed esplicativo e a scegliere la sede più comoda. Le caratteristiche, comunque, sono poche e ben precise. La giornata tipo di svolge esclusivamente di mattina, dalle 8 alle 13-13.30 e solitamente ha luogo in spazi naturali in cui i bambini – che non sono suddivisi per età – sono liberi di fare ciò che più li interessa, di osservare la vita e di seguire ciò che più li attrae.

Una tipologia di didattica che sembra essere perfetta specie per riappropriarsi degli spazi aperti dopo la chiusura degli scorsi mesi e che mette in luce il valore di un approccio educativo innovativo e alternativo ma basato su studi e teorie pedagogiche. Attraverso la scuola nel bosco il bambino e la bambina si riappropriano del diritto di meravigliarsi, crescendo con competenze trasversali e capacità adattative alquanto sviluppate. Occorre dire, tuttavia, che le scuole di questo tipo in Italia sono tutte private ed è impensabile che possano raggiungere un’utenza più ampia nel breve periodo rimanendo, di fatto, un modo di fare didattica e di imparare non alla portata di tutti.

L’aspetto organizzativo, in particolare, non è da sottovalutare dato che la scuola di mezza giornata non è un elemento secondario nell’organizzazione di una famiglia composta da genitori che lavorano. Tuttavia, una volta superati questi ostacoli e vinta la – comprensibile – diffidenza iniziale, ci sono tutti gli elementi per considerare l’esperienza educativa outdoor come qualcosa che vale la pena di scoprire. E questo è vero tanto per gli adulti quanto, soprattutto, per i più piccoli i cui bisogni e le cui passioni hanno la possibilità di tornare al centro del processo educativo, il che risulta quanto mai importante in questi tempi di grande confusione e incertezza.

PhCredit: urbanforestrysouth.org, iesbologna.it, www.italiachecambia.org, www.amazon.it, www.tuttaunaltrascuola.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.