“Seeds for Tomorrow” dell’artista Laura Fantini

Ha chiuso i battenti qualche tempo fa nel giardino dell’università di Harvard a Boston l’esposizione Seeds for Tomorrow: Woody Plants of the Arnold Arboretum dell’artista Laura Fantini, bolognese di nascita ma residente a New York.

Hope is the thing with feathers, scriveva Emily Dickinson, e nella mostra l’artista ha provato a illustrare la speranza anziché nelle piume in ogni seme che scopre, disegna e registra. La sua speranza è come la leggerezza e l’aspetto un po’ fragile delle piume.

La sua speranza però è anche evocativa per il futuro del nostro mondo: un’applicazione semplice ma assolutamente necessaria della sola parola. Ognuno dei suoi lavori a matita colorata su cartoncino include nel titolo la parola hope facendo appello a sperare che ogni pianta possa resistere e prosperare attraverso la vita del suo seme. La semplicità del seme, sapientemente maneggiato da questa forma artistica sofisticata, restituisce fiori, semi e piante stilisticamente perfetti nei loro colori, consistenza e diverse forme. Hope è proprio il nome della serie serie sui semi dell’artista, il progetto a cui ha dedicato i suoi ultimi anni.

Il seme, l’origine di ogni cosa, è metafora di nuovo inizio, crescita, trasformazione, evoluzione: tutte fasi che Fantini attraverso la sua arte iperrealista spera possano concretizzarsi presto per le generazioni umane attuali e future. Forte è il messaggio ecologista, che parla di speranza, rispetto per la natura e una chiamata alla nostra coscienza climatica. L’affinità di Fantini con l’arte e il fascino per la natura l’hanno accompagnata fin da quando era molto giovane in Italia. L’autrice è convinta che, sebbene l’Italia abbia un forte patrimonio agricolo-forestale e un grande rispetto per la natura e la biodiversità, lo studio e la documentazione dei semi rimane appannaggio di scienziati e botanici. È in Nord America che ha trovato un terreno molto fertile per il coinvolgimento del pubblico, ha esposto alla Denise Bibro Fine Arts e allo Staten Island Museum di New York, oltre che alla Permanente di Milano, alla Galleria Forni di Bologna e al Museo Nazionale José Malhoa in Portogallo. Alcune sue opere inoltre fanno parte della collezione permanente dell’Hunt Institute, della Carnegie Mellon University di Pittsburgh e del Queens Botanical Garden di New York.

I disegni di Laura Fantini sono tutti realizzati sulle sfumature della semplicità della materia prima sapientemente maneggiata dall’artista con movimenti tecnicamente precisi. Attraverso le sue matite colorate, l’artista racconta le emozioni e i pensieri che sente nella parte più intima e profonda di sé. Attraverso la sua arte, desidera invitare gli spettatori a fermarsi un attimo, prendere le distanze dalla frenesia e dalla velocità del mondo che ci circonda, fare un respiro profondo e ammirare la bellezza della natura che è intorno a noi. Noi stessi siamo semi in divenire, non siamo né il nostro passato né il nostro futuro.

Il seme è l’elemento basilare di ogni forma di vita, il più piccolo atomo di materia tangibile che nella sua delicatezza e fragilità, se coltivato con cura, diventa promessa di prosperità e bellezza. I semi sono piccoli, ma complicati e misteriosi: hanno la capacità di sospendere la loro crescita per mesi o anni, pur rimanendo vivi e uscendo dalla loro inattività al momento giusto. I disegni realistici quanto una fotografia dell’artista dimostrano il proprio senso di allineamento dello spirito e di vera affiliazione con la natura e sono un’opera d’arte realizzata a mano può restituire questa pace interiore.

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