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Ma non venne nessuno

di Antonella Massaro
fotografia di Dmitri dal Boni

Mi sono resa conto di aver lasciato la chitarra sotto la pioggia. È su una sedia, appena fuori dalla tettoia. Le gocce cadono sulle corde senza un ordine preciso. È evidente che Dio non sa suonare.
La tettoia è di ferro, e quando piove fa un rumore strano. È come se suonassero tante piccole campane. Un rumore tipo deng, deng, deng. Mi immagino che le suonino un gruppo di piccoli preti nascosti sul tetto. Insieme alle note stridenti della chitarra, dà l’idea di un buffo concerto improvvisato.
Mi è arrivato un messaggio. Il messaggio dice: Dona il tuo cinquepermille ai Salesiani per il sociale. Non so se voglio farlo.
Sotto la sedia della chitarra si è rannicchiato un passerotto. Ha arruffato le piume per asciugarsi e adesso sembra il pompon di un cappello di lana artigianale. Almeno credo che sia un passerotto, non ho mai avuto animali. Guarda in alto, aspettando che la pioggia finisca. Mi piacerebbe farlo entrare.
Ho comprato una televisione perché non mi piace il silenzio, ma quando l’accendo mi sembra peggio di prima. L’avrò usata forse due o tre volte e poi è tornata nella scatola. Non ho mai voglia di portare la scatola in soffitta, però. Potrei farlo adesso. Ma è pesante, e da sola…
Vado in cucina a vedere se c’è qualcosa da mangiare. Apro il barattolo della marmellata, ma c’è un filo di muffa sopra. Tra l’altro, non c’è neanche pane. Infilo la mano nella busta dei cereali e ne mangio un paio.
Sul tavolo c’è un barattolo con una decina di fiori. La maggior parte sono margherite, e poi altri di cui non so il nome. Li ho raccolti stamattina alla Pellerina, anche se non so se sia legale. Non pioveva ancora tanto forte.
Ne avevo fatto un mazzetto e l’avevo appoggiato accanto alle tazzine di caffè, perché mi sembrava una cosa carina. Ma poi il caffè si è raffreddato e le teste dei fiori hanno cominciato a cadere giù, come le teste dei bambini quando hanno tanto sonno.
Si sono ripresi, ora. Solo i fiori rosa hanno continuato a perdere petali uno dopo l’altro. Penso siano belli che morti, ormai. Mi sono resa conto troppo tardi che i loro steli corti non hanno mai raggiunto il fondo del barattolo.
Il passerotto si è addormentato. Non penso che smetterà di piovere per stasera.

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