L’accelerazione della Storia – Recensione de La fine dell’impero di Enrico Franceschini

Dopo dieci anni negli Stati Uniti come corrispondente estero, Enrico Franceschini fu mandato dal quotidiano La Repubblica in Unione Sovietica a sostituire Ezio Mauro che sarebbe invece tornato in Italia. Franceschini aveva trentaquattro anni e sentiva il peso e l’esaltazione di quella responsabilità, prima di lui in Unione Sovietica si erano avvicendate tante grandissime firme: lo stesso Ezio Mauro, Rodolfo Brancoli, Paolo Garimberti, Vittorio Zucconi, e altri. Iniziava così un nuovo periodo della sua vita, era l’inizio del 1990. Quello che si sarebbe scoperto essere la fine del periodo di Gorbaciov. La fine dell’Impero Russo.

Nel 2021, trent’anni dopo, Franceschini raccoglie i suoi articoli, li riadatta, li integra con interventi successivi. Pensa che osservare e studiare quel periodo sia un modo per capire e interpretare perché è crollata l’Unione Sovietica, certo, ma anche per meglio comprendere le scelte della Russia di oggi.

La fine dell’impero, edito da Baldini+Castoldi, è un libro costruito su tanti capitoli di una decina di pagine ciascuno, in ordine cronologico, scandiscono i mesi che mancano alla fine dell’Impero. Sono pezzi pubblicati allora, una serie di reportage, di interviste e di testimonianze uniche: è la Russia vista dagli occhi del cronista Enrico Franceschini degli anni ‘90, con il montaggio, la conoscenza e la consapevolezza del giornalista che è diventato. In questo modo riesce a parlare di una fase storica ai più conosciuta, non come se fosse un monolite distante, ma permettendo all’immediatezza delle parole del cronista di emergere e affrescare un paese in cambiamento.

La storia, a volte, subisce delle accelerazioni improvvise, ed è proprio all’interno di una di queste accelerazioni si trova l’Enrico Franceschini del tempo.

La fine dell’impero è un libro che parla della Storia vicina, sì, ma è anche un libro che racconta un certo tipo di giornalismo, quasi scomparso. All’interno di questi due movimenti c’è ed anche il posto per la storia individuale, quella di un giovane giornalista che si trova ad affrontare un periodo di passaggio, un momento esaltante e drammatico, che ha cambiato per sempre la storia della Russia e del mondo, fungendo da spartiacque. A fianco alla grande fascinazione che la storia può avere, le interviste, e i personaggi raccontati minuziosamente e con una scrittura viva e attenta, la cosa più irresistibile di questo libro è proprio la mano del giornalista, la sapienza del racconto, il chiaro coinvolgimento e entusiasmo nel riportare gli avvenimenti. 

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