“Femmina non è una parolaccia”… e neanche femminista lo è!

Un paio di settimane fa ho letto Femmina non è una parolaccia, un libro brillante, inclusivo e femminista scritto a quattro mani da Carolina Capria e Mariella Martucci, con le illustrazioni di Carlotta Scalabrini, pubblicato da Marietti Junior. Mi ha fatto ridere e riflettere e ho pensato che dovrebbero leggerlo tuttə, soprattutto gli organizzatori della Nazionale Cantanti che ha fatto molto parlare di sé nei giorni scorsi per aver cacciato Aurora Leone, componente dei The Jackal, da una cena di beneficenza organizzata per la “Partita del cuore” perché «le donne non erano ammesse». Giuro che dopo aver appreso questa notizia mi sono seriamente domandata in quale secolo ci troviamo.

L’episodio di Aurora Leone (uno fra tanti, purtroppo) mi ha ricordato quanta strada ci sia ancora da fare e che i chilometri li possiamo percorrere leggendo storie come quella di Nina, la protagonista di Femmina non è una parolaccia, o come Anche le ragazze… lo possono fare! Anche i ragazzi… lo possono fare! di Sophie Gourion, con le illustrazioni di Isabelle Maroger (Valentina Edizioni) che si è aggiudicato il Premio Libro non sessista 2020, promosso dalla Biblioteca Anna Cucchi della Casa della donna di Pisa in collaborazione con Carmignani Editrice.

Quello che è successo ad Aurora Leone accade spesso nella realtà e questi fatti vengono ripresi nella finzione, in cui le autrici (o gli autori) cercano di scardinare i pregiudizi e i luoghi comuni, legati all’identità di genere. Nell’incipit di Femmina non è una parolaccia Nina assiste a un’ingiustizia: due suoi vicini di casa, Matte e Ame, non vogliono che Bianca – una bambina trasferitasi da poco nella loro città –  giochi con loro ai pirati perché “è una femmina”. Nina non resiste, accorre in difesa di Bianca e Matte le dà della femminista.

Illustrazioni di Carlotta Scalabrini @Aty 2021

Nina è una ragazzina solare, intelligente, leale, forte e carismatica ed è anche molto curiosa tanto che, tornata a casa, va a cercare la definizione di “femminista” sul vocabolario online e scopre che è proprio così: lei è una femminista ed è orgogliosa di esserlo!

Illustrazioni di Carlotta Scalabrini @Aty 2021

Nei capitoli successivi Nina prende come spunto momenti ed episodi della vita quotidiana per analizzare – in maniera semplice e lucidissima – la società e il sistema patriarcale in cui viviamo da secoli. Nina è una bambina vispa e senza peli sulla lingua, per questo non si fa problemi a domandare, per esempio, perché un maglioncino con i dinosauri debba essere definito soltanto “per bambini” o perché Piccole donne venga additato come libro esclusivamente per femmine.

Femmina non è una parolaccia ricorda agli adulti e ai bambini che possiamo essere chi vogliamo, vestirci come ci pare, giocare a calcio o ai pirati senza distinzione di sesso, scegliere una professione futura in base ai nostri interessi e non solo… Ci ricorda che pure i papà possono fare i casalinghi, pulire e cucinare senza essere chiamati “mammi” e senza ricevere elogi particolari, oppure che maschi e femmine possono essere amici e non c’è nulla di male in questo.

La lezione più importante? Di certo quella di non giudicare mai gli altri, ma anzi, di provare a comprendere il loro punto di vista e aiutarli anche quando non ce lo chiedono.
Tutte gli insegnamenti che Nina apprende vengono riportati alla fine di ogni capitolo e all’interno del libro ci sono anche delle schede interattive che permettono ai lettori di giocare e scrivere ciò che si è imparato.

Spero vivamente che Femmina non è una parolaccia compaia in ogni scuola, biblioteca, libreria, ma soprattutto in ogni casa. Perché – come dicevo all’inizio – strada da fare ce n’è ancora molta e un pezzetto del nostro cammino dovremmo farlo insieme alla splendida Nina.


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