Don Matteo e la bicicletta

Essere Don Matteo

È una mattinata di lavoro agile come tante altre. Decido di prendermi una pausa e scorro distrattamente il feed di Instagram, dal quale mi sento accettato così come sono: addio a Carla Fracci, Don Matteo cambia protagonista, tubettoni zafferano e cozze pronti in 15 minuti. Qualcosa non quadra. Torno indietro col pollice e la palpebra comincia a tremare: in un post a tinte forti, TvBlog annuncia in esclusiva il cambio della guardia a Spoleto, e io reagisco un po’ come quando ho visto la donna nuda alla finestra in Le avventure di Bianca e Bernie.

Raoul Bova Padre Zaleski

Inorridito, clicco sul famigerato “link in bio” e scopro la verità: nella nuova stagione della serie «assisteremo all’uscita di Terence Hill e all’ingresso di un nuovo attore che sarà Raoul Bova» con la staffetta prevista nel quarto episodio della fiction, che dovrebbe mantenere il medesimo titolo. Mentre inizio a capire che cos’è davvero il dolore, su Twitter l’hashtag #DonMatteo sale in cima alle tendenze, e se qualcuno si limita a parlare di “svolta epocale” qualcun altro, più bonariamente, promette di ricorrere alle maniere forti.

Col passare delle ore, scopro che il sacerdote di Terence Hill non accuserà un miracoloso ringiovanimento, ma sarà affiancato dal redivivo Padre Ralph impersonato da Raoul Bova, al suo primo incarico pastorale (una specie di seminarista fuori corso, visto che l’ex nuotatore va ormai per i cinquanta). Non solo: Fanpage aggiunge che l’intera stagione sarà concepita come «un omaggio all’attore che per anni è stato il volto principale del progetto» e che Bova dovrebbe partecipare alla serie «per due sole puntate».

Don Matteo a Spoleto

Entusiasta di essere tornato nuovamente brachicardico, provo a riconsiderare la notizia del giorno sotto un’altra luce, io che una volta ho avuto uno scambio acceso con Antonio Scurati che magnificava lo storytelling di Game of Thrones contro quello, becero, delle fiction Rai alla Don Matteo – alla fine chi ha avuto ragione, eh Antò? Ripenso in particolare all’articolo di TvBlog, quando spiega che la serie «dovrebbe mantenere il medesimo titolo». Ma è possibile fare Don Matteo senza Don Matteo? Ci hanno già provato con la sigla, che dopo una o due stagioni di prova – guarda un po’ – è tornata quella delle origini, figurarsi un ricambio generazionale del protagonista.

Neanche Papa Francesco, alla fine della dodicesima stagione, è riuscito a strappare Matteo Bondini (o Minelli, o Boldrini, il cognome non è mai stato importante) al microcosmo della provincia umbra, che ha più o meno la stessa valenza di Metropolis per Superman. Per non parlare del Maresciallo Cecchini aka Nino Frassica, tra i primi a prendere posizione contro il fuoco nemico: gli hanno già ucciso moglie e figlia, ha corrotto il vescovato per farsi trasferire a Spoleto con la caserma al seguito; con che cuore, adesso, vorreste privarlo del suo migliore amico?

Nino Frassica Maresciallo Cecchini

Raoul Bova, per carità, è anche un bravo ragazzo, e il suo arrivo all’interno della serie ha l’aria di essere tutt’altro che casuale; forse sarebbe addirittura perfetto per il ruolo, con tanto di occhio ceruleo d’ordinanza, ma se c’è un insegnamento che il cinema e la serialità hanno seminato, in tempi recenti, è che le storie a un certo punto devono finire – e la réunion di Friends ha messo il punto esclamativo alla questione.

Terence Hill è Don Matteo, e Don Matteo è Terence Hill: il protagonista della fiction italiana più seguita dopo Montalbano (e neppure questo è un caso) non è un personaggio alla James Bond, non è una tonaca da indossare alla bisogna; Don Matteo esiste, è una persona in carne e ossa, ha un volto e una voce quieta, con un leggero accento texano. Strapparlo alle sue indagini in luogo di un erede più giovane e aitante forse sarebbe televisivamente opportuno, ma trasformerebbe uno degli ultimi baluardi del nazional-popolare in un prodotto di riciclo, che di scontato avrebbe proprio tutto, non solo l’identità degli assassini.

L’uomo di fede più amato del piccolo schermo merita la consolazione di un epilogo: almeno, non avrò litigato con un Premio Strega per niente.

Don Matteo Sorriso

(le immagini sono tratte da Tuttoggi, TvZap, BresciaOggi, TvSerial)

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