The Choke. Crescere dove il fiume si stringe

Pessime Idee è una casa editrice romana nata nell’infausto 2020, che proprio a questa impresa controintuitiva deve il suo adorabile nome. Due parole che contengono un vero e proprio invito ad abbracciare una lucida follia, esplicitato dalla dichiarazione d’intenti che i due fondatori – Sara Del Sordo e Loris Dall’Acqua – hanno firmato sul sito pessimeidee.it: “All’inizio di quest’avventura”, si legge in un estratto, “abbiamo cercato testi, in Italia e all’estero, contemporanei e non, e i libri che attiravano la nostra attenzione avevano sempre in comune la stessa cosa: i protagonisti erano come noi, commettevano azioni folli spinti dal bisogno di far ascoltare le proprie idee”. Una linea editoriale tracciata in maniera netta, quindi, nel cui solco si collocano perfettamente The Choke di Sofie Laguna e i suoi personaggi spinti alla deriva dalle loro pessime idee.

pessimeidee.it

Sofie Laguna è un’autrice australiana con una lunga produzione di libri per ragazze e ragazzi alle spalle, che ha continuato a raccontare l’infanzia e l’adolescenza anche nei suoi tre romanzi pensati per un pubblico più ampio. In The Choke – tradotto nel romanzo come “lo Strozzo”, ovvero il punto in cui le rive del fiume Murray arrivano quasi a toccarsi rischiando di fermare la corrente – ci porta nell’Australia rurale degli anni Settanta, un posto dalla bellezza selvaggia che gli esseri umani hanno sporcato con accampamenti di roulotte, fattorie dalle strutture arrugginite, resti di falò, lamiere e copertoni abbandonati. Si sente, tra le pagine del libro, un’atmosfera sporca di fango, satura di cenere e appiccicosa di sudore che tanto ricorda il Texas orientale dei noir dell’adolescenza scritti da Joe R. Lansdale. Ma se Laguna condivide con lo scrittore americano l’uso della prima persona singolare, che filtra il mondo attraverso i dieci anni della protagonista Justine, al contrario non ha bisogno di serial killer, omicidi e intrighi sanguinosi per costruire un romanzo di formazione in cui crescere è già di per sé un’impresa brutale e violenta.

Sofie Laguna

Justine è una bambina sostanzialmente sola al mondo, abbandonata dalla madre dopo le sofferenze del parto e con un padre vagabondo sempre in viaggio chissà dove. Vive con un nonno incapace di crescerla e dedicarle attenzione, dilaniato com’è dai fantasmi della guerra e dai sensi di colpa, e trascina la sua vita tra una scuola altrettanto inadatta alla sua educazione, il pollaio delle amate galline e le occasionali visite dei due fratellastri, con cui condivide l’illusoria idealizzazione della figura paterna. Si lava raramente, fatica a leggere e a comprendere le nozioni di base, ma tanto i coetanei quanto gli insegnanti trovano più comodo umiliarla, piuttosto che tenderle una mano. Riceverà aiuto e conforto solo da Michael, un bambino sensibile e intelligente ma deriso da tutti per la sua grave disabilità, e da Rita, la zia fuggita a Sydney per poter vivere in pace la sua omosessualità: due freaks come lei, inaccettabili in un microcosmo arretrato e maschilista fondato su ignoranza e sopraffazione, dove la massima aspirazione per una bambina è correre più veloce dei suoi fratelli e, per una donna, un buon lavoro subordinato alla conquista di un buon marito.

The Choke è un libro spietato e tenero allo stesso tempo; un crescendo inesorabile di pessime idee, tragicamente inevitabili, che Laguna riesce a depotenziare grazie alla scelta di un punto di vista infantile e inconsapevole. La voce naïf di Justine conduce chi legge in una dimensione rude e romantica, come i personaggi interpretati da John Wayne che la bambina adora e di cui cita a memoria le battute. Un romanticismo – forzato tanto quanto il velo trasparente che l’epica western stende sul genocidio dei nativi americani, e quindi ennesimo retaggio culturale di una società patriarcale e colonizzatrice – che riflette un bisogno disperato di speranza nel futuro.

John Wayne

Perché nonostante tutto Justine sogna, colleziona immagini di camion da guidare su strade infinite, fantastica di rotte improbabili tracciate su atlanti invisibili. Lascia che a guidarla siano suoni che solo la sua sensibilità percepisce; rumori lontani che possono condurre alla follia, come il treno che fischiava di pirandelliana memoria. E solo in riva al fiume Murray Justine riesce a trovare la pace, a zittire il mondo circostante, a convincersi che nemmeno lo Strozzo di una natura ostile può fermare la vita che scorre.

The Choke è una lettura consigliabile a un pubblico di adulti e adolescenti, perché tratta con grazia e intelligenza temi da cui non si può più prescindere. È un libro che suggerisce senza dire, che accarezza con uno schiaffo, che fa stare scomodi con la morbidezza di un cuscino. Che ti soffoca mentre ti perdi negli occhi di una bambina.

Leggerlo non è una pessima idea.

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