Sono nata letteralmente in una terra di mezzo. A metà dell’Italia – in quella parte che quasi nessuno conosce e sotto alcuni aspetti e anche meglio così – e a metà tra il mare e le montagne. Eppure, ho sempre avuto molto chiaro dove collocarmi: il mare è stato il mio primo amore e la montagna una delle mie più grandi paure, con le vette che sembravano irraggiungibili e i boschi che nascondevano rumori e insidie.
Poi è successo che, per caso o per destino, trasferirmi in montagna è stato inevitabile, e ho scoperto che le vette non solo sono raggiungibili ma anche meravigliose, e che i boschi non nascondo rumori ma suoni, non insidie ma storie a volte incredibili.
E di storie incredibili, intrecci tortuosi e misteri quasi irrisolvibili parlano Chiara Marchelli e Enrico Camanni, nei loro Redenzione (NNE) e La discesa infinita (Mondadori).
Storie diverse raccontate da voci diverse. Quelle di Rita, Antonella, Melina e Giorgia in Redenzione e quella di Nanni, Nando, Teresa e Camilla in La discesa infinita. Entrambe indagano una scomparsa. Chi ha rapito Giorgia? Chi si nasconde dietro il pezzo di lana azzurro e l’anello di canapa rinvenuta da Nanni?
Ogni storia, non solo quella di chi è scomparso, nasconde altre storie. Antonella, Rita, Malina e Giorgia sono accomunate da una vita che le ha deluse e maltrattate, forzate a cercare un modo per resistere e combattere non tutte riescono a uscirne vittoriose.
La storia di Nanni, invece, che incrocia quella di Nando e Teresa in un incontro apparentemente casuale per poi scoprire che la vita lo aveva già circondato di inizi, riemersi soltanto al giusto momento, è accomunata a quella di Nando oltre che dall’amore per la montagna, anche dalla ricerca dell’amore in ogni sua forma.
Passato e presente si mescolano nei due romanzi fino a sovrapporsi. In Redenzione così come in La discesa infinita sono due le storie del passato che si sviluppano in parallelo con quelle presenti. Le lettere mai inviate di Rita, rinchiusa in manicomio e costretta a passare qui la maggior parte della sua breve vita, è raccontata di pari passo con quella di Melina, Antonella e Giorgia. Ugualmente, la storia di Nando si disvela di pari passo con le indagini di Nanni sul suo conto. In entrambi i casi i due piani temporali sono destinati ad incontrarsi nell’attimo in cui i misteri si risolvono.
Dov’è la montagna, vi chiederete. Ovunque. In Redenzione il paesaggio funge da sfondo. Padrone di casa silenzioso, occhio vigile e attento su quello che accade intorno, elemento essenziale alla creazione di quell’atmosfera di suspense che ogni storia di questo tipo richiede.
Ne La discesa infinita invece, la montagna è tutto, tanto da diventare personaggio vero e proprio, avversario e complice. È la montagna che decide quando rendere i corpi che negli anni ha tenuto intrappolati al suo interno, è lei che decide cosa rendere indietro e cosa tenere per sempre celato.
Chiara Marchelli e Enrico Camanni costruiscono con parole e torni diversi, ma con uguale abilità, due storie che vi terranno incollati alla pagina. La montagna è scoperta, pazienza, passione, così come la lettura di questi due romanzi. Allora, non mi resta che augurarvi buona lettura!