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Ahia: 24/7 di Nova

Benvenutə, date solo un’occhiata o possiamo esservi utili in qualcosa? Per esempio segnalandovi che 24/7, l’ultima graphic novel di Nova per Bao Publishing, è una bomba per gli occhi e un pugno nello stomaco.

Un’opera che gioca sullo stesso piano dei videogame e degli horror del genere survival: un attacco di mutanti, zombie o creature aliene da un lato della barricata e degli esseri umani totalmente impreparatə che si trovano chiusə in una stazione di servizio, un autogrill o un piccolo discount di provincia dall’altro.
Così succede in 24/7 e Nova, proprio come se stesse reggendo una videocamera – si cita ancora Blair Witch Project o ormai è troppo millenial come riferimento? –, si trova sul posto e documenta tutto, soffermandosi sui dettagli (per sbaglio o per suggerire qualcosa?) e andando così vicina ai personaggi da registrare anche i loro ricordi.

Con abilità e colori allucina(n)ti, falsati dal neon del supermarket, Nova ci conduce tra tre piani temporali: uno del passato recente, in cui un camion che trasporta rifiuti tossici si ribalta lungo la strada e disperde residui contaminati in un campo di pomodori; uno del presente, in cui il giovane Dante inizia a lavorare in un discount di alimentari; uno fatto di flashback che si attiva quando Eva, l’ex, appare davanti al nastro della cassa di Dante con la spesa da pagare.

Il campo di battaglia di 24/7 non è infatti solo il ring creato dalle corsie del discount: è anche quello tra il futuro di Dante e il suo passato, che risulta in uno schiacciamento delle possibilità del presente, in un appiattimento perpetuo, in una bidimensionalità e una mancanza di orizzonti che ricorda la rassicurante ripetitività degli scaffali con la merce ben disposta, ultra illuminata, pronta per essere afferrata.

Dante, invece, non riesce ad afferrare bene quello che gli sta succedendo: sembra solo agire di conseguenza – e anche le sue azioni, quando le attua, sono un po’ addormentate, quasi alienate. Ha cercato lavoro perché era la cosa giusta da fare, ha trovato un posto vacante in questo discount e si presenta ogni giorno per svolgere la sua mansione finché non è ora di andare a casa. E poi ricomincia.

Improvvisamente, tutti e tre i piani temporali della storia si intersecano e si concentrano in un solo punto, un solo momento: una vecchina rompic🍪 che vuole inserirsi prepotentemente in quello che dovrebbe essere il magico incontrarsi di nuovo di Dante e l’ex (e che invece è tremendamente awkward e doloroso) perché deve andare a casa a fare la pasta al marito e la fila è bloccata da Eva.

La vecchina però è un mostro, e non per modo di dire: la mutazione inizia sotto gli occhi di Dante, colleghə e clienti, tra cui un prete e una donna incinta, e si propaga intaccando tuttə. Non si può scappare né scampare all’attacco perché sembra venire da dentro, il discount è diventato il centro di tutto ciò che non funziona ed è un ammasso di scarti umani e discharges mostruosi; la stasi che caratterizza la prima metà di 24/7 finisce di colpo e inizia una battaglia furiosa e alla cieca in un «cubo blindato pieno di mostri in mezzo al niente» (p. 86).

E, una volta uscitə dal cubo, niente può essere come prima, né una relazione né un rapporto di lavoro, perché la normalità si è rivelata per quello che è: un velo di luci e colori che serve a nascondere la data di scadenza del mondo – che potrebbe arrivare da un momento all’altro e per la quale non saremo mai preparatə – e che a tratti si può squarciare. Siamo alla ricerca di una pretesa di normalità, per la quale siamo dispostə a fingere, a impersonare qualcunə altrə e annullarci, a scendere a patti con un sistema che disprezziamo purché la smetta di torturarci e vomitarci da un lato. Ma a volte uscire di scena è l’unica possibilità che ci rimane.

In 24/7, tutta la pagina è da leggere perché non sai mai dove si potrebbe nascondere un segno o un segnale. Ci sono i cereali alle spalle del manager che dicono Cheers! cioè “alla salute” (ironicamente, visto quello che sta per succedere) che assomiglia pericolosamente anche a cheer up, “tirati su”; ci sono stralci di canzoni oppure indicazioni di colonna sonora tipo ♪(grindcore music playing)♪ oppure [musica sublime che fa sembrare tutto al rallently playing ♪], ma anche onomatopee così forti da gettare ombre, come la frenata in extremis del camion che si ribalta.

Grazie, Nova, e arrivederci (semicit.).

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