New Kid

New Kid – Contro il bullismo e l’emarginazione

Le scuole medie sono un’esperienza davvero tosta e tuttə ne sappiamo qualcosa. Se le scuole elementari vengono viste – perché ci si passa tutta l’infanzia – come luogo sicuro, protetto e familiare, a primo acchito le scuole medie possono sembrare una giungla. Intanto perché ci si trova nella fase – complicata – della preadolescenza: classe nuova, (conoscere, però, qualcunə che frequentava con noi le elementari può essere visto come un’ancora di salvezza), gli insegnanti e le insegnanti non vengono più chiamati maestri/e, ma prof, una parte di materie nuove e soprattutto ə ragazzə di terza media sembrano molto più grandə nonostante ci siano soltanto un paio d’anni di differenza.

La vita alle medie è difficile e di certo lo sa bene Jordan Banks, dodicenne afroamericano, protagonista di New Kid. Un ragazzo nuovo, scritto e disegnato da Jerry Craft, portato in Italia da Tunué e tradotto da Laura Bortoluzzi. New Kid. Un ragazzo nuovo, definito da Jeff Kinney, amatissimo autore della serie Diario di una schiappa, «divertente, acuto e così vero!», è stato – tra l’altro – il primo fumetto ad aggiudicarsi la Newbery medal.

Jordan ama disegnare fumetti ispirati al suo quotidiano e vorrebbe tanto andare alla scuola d’arte, ma i suoi genitori – che sognano per il figlio un futuro roseo e remunerativo – decidono di iscriverlo alla prestigiosa Riverdale Academy Day School: una scuola per persone ricche, in cui oltre a insegnare cinque lingue e avere corsi avanzati, propongono attività come il lacrosse, il canottaggio e molto altro. Jordan non è entusiasta della scelta, ma per non deludere i suoi genitori decide di andare a visitare la scuola per capire com’è. Tra l’altro, il ragazzino si imbarazza di dire agli amici di sempre, quelli del quartiere di Washington Heights, di essersi iscritto a una scuola privata.

Il primo giorno di scuola Jordan può contare su Liam, la cui famiglia da generazioni frequenta la Riverdale Academy Day School, e anche se integrarsi e riuscire a orientarsi in un edificio enorme che consta anche di diversi spazi aperti non è facile, Jordan riesce a sopravvivere al primo giorno di scuola. Il protagonista fa la conoscenza di alcuni compagni come Drew, Alex, Ramón e anche Alexandra, una ragazzina un po’ strana che tiene al braccio un calzino che funge da burattino. Ma oltre a loro, che si mostrano fin da subito gentili e disponibili nei confronti di Jordan, c’è anche Andy, il tipico bullo che parla troppo e giudica chiunque gli capiti a tiro.

Definire New Kid un fumetto che tratta soltanto di “classico bullismo” (Alex che deride e mette in imbarazzo i componenti della sua classe) ed emarginazione nei confronti di persone di diverse etnie sarebbe davvero riduttivo.

La disuguaglianza, infatti, non è data soltanto dal colore della pelle o dalla dichiarazione dei redditi dei genitori, dalle loro proprietà e dalle macchine lussuose, anzi. In maniera scorrevole (e a tratti anche molto divertente) Craft ci racconta i vissuti di questə preadolescentə con sincerità e delicatezza. Jordan si ritrova davanti a delle ingiustizie che potrebbero sembrare di poco conto (come l’insegnante che sbaglia sempre il nome del compagno nero) e che invece sono l’ingranaggio attorno a cui ruota tutta la narrazione.

Attraverso lo sguardo di Jordan e il suo esilarante diario a fumetti in cui racconta la sua quotidianità (dando anche dei titoli come “Fare le foto con mia mamma. Un racconto del terrore!” o “La guida di Jordan agli sport autunnali”), vengono messe in risalto le esperienze più disparate ma ognuna, a modo suo, importante. Jordan è un ragazzo molto attento ai comportamenti e ai sentimenti delle persone che lo circondano: si accorge, per esempio, che Liam non è felice della sua ricchezza se poi non ha un padre con cui passare il tempo oppure che Alexandra – in fondo – non è così strana e che utilizza lo stratagemma del burattino per nascondere il suo corpo.

Basta davvero un anno scolastico per maturare, lottare per le proprie idee e comprendere che, a volte, anche un discorso pacato ma incisivo può fare la differenza.

In questo graphic novel c’è spazio anche per gli adulti che non sempre hanno ragione solo perché anagraficamente più grandi dei figli. È un invito velato ad ascoltarli, a immedesimarsi in loro e a capire il loro punto di vista perché le cose possono cambiare se invece di un muro si predilige l’ascolto. Proprio come fa il nonno di Jordan, personaggio splendido e carismatico, che dice al nipote, percependo la sua preoccupazione: «Non devi sempre scegliere per forza, certe volte sii felice e basta».

A margine ho anche apprezzato i titoli di ogni capitolo che richiamano film che hanno segnato una o più generazioni (per fare due esempi: Hungry games: basta sfottere J e Right Club).

Una storia nuova, fresca, divertente e profonda, che dovrebbe avere un posticino nelle librerie di ogni casa.

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