Siamo davvero “Più idioti dei dinosauri”? – Recensione del libro di Daniele Scaglione

Difficile trovare un titolo più incisivo di Più idioti dei dinosauri per il libro di Daniele Scaglione pubblicato da e/o. Perché di idioti si parla, sì, e siamo noi, gli esseri umani che popolano questa terra da relativamente poco tempo. 

Noi umani: alcuni pronosticano che diventeremo il nostro stesso meteorite. Insomma, che la nostra causa di estinzione saremo noi. D’effetto, eh?

E quindi siamo Più idioti dei dinosauri, meno integrati nella natura, di sicuro, meno a contatto con la nostra. Daniele Scaglione si interroga con voce ironica su come la crisi climatica stia modificando le vite degli esseri umani. Con parole semplici ed esempi vicinissimi, la spiega come la spiegherebbe a suo figlio Cosimo, nove anni, partendo da questioni quotidiane: dove potrà andare in vacanza Cosimo quando avrà venticinque anni? E a trentacinque, e a cinquanta? In quali città farà così caldo da non poter pensare di viverci in estate? Che lavoro potrà fare Cosimo da adulto? Potrà avere dei figli?

Daniele Scaglione è un comunicatore che arriva dal mondo della fisica — o un fisico che si occupa di comunicazione e narrazione — e questi due indirizzi bene si coniugano in Più idioti dei dinosauri, come la sua collaborazione con Wikiradio su Radio 3 e la sua esperienza come presidente della sezione italiana di Amnesty International negli anni passati. Poliedrico, sfaccettato, come il materiale che raccoglie e racconta in questo libro.

Non è uno scherzo per Scaglione, anche se il tono oscilla sempre tra il divertito e il preoccupato. Oltre a interrogarsi sul futuro di suo figlio, racconta con grande serietà anche gravi casi di siccità nel mondo, così come le storie di chi ha perso la casa per un uragano o un’alluvione. 

Allo stesso tempo cerca di tenere vicino il lettore, ancorarlo a questioni che conosce, che sente vicine, come la costruzione di un altissimo grattacielo in una città di medie dimensioni come Torino, (è sostenibile avere città che si sviluppano in verticale e non in orizzontale?),  o l’utilizzo della ferrovia per gli spostamenti quotidiani dei pendolari in un paese come l’Italia (certo, da Biella il treno è a diesel, ma cambierà, ci rassicura l’autore!). Scaglione affronta con delicatezza tanti temi, tra i quali i negazionisti del clima, e si pone una domanda, e la fa porre anche a Cosimo, che in tanti ci siamo fatti: ma i miliardari che continuano a investire nei carburanti fossili,i politici che negano il cambiamento climatico, tutti coloro che in questa situazione ci guadagnano e negano che ci sia una crisi climatica, ci credono davvero? A Scaglione, come a tutti quelli che se le sono fatte, queste domande mandano in crisi. 

L’autore Daniele Scaglione, foto di Alessandro Vettor

Ma il tema più importante in Più idioti dei dinosauri sono gli alberi, le piante. Quegli stessi alberi a cui vive aggrappato per un certo periodo della vita Cosimo Piovasco di Rondò, il Barone Rampante. Quel Cosimo, proprio lui, da cui l’autore e sua moglie hanno preso spunto per il nome del figlio. Sul piantare gli alberi, difendere gli alberi e parlare di alberi dedica un intero capitolo. Gli alberi come risorsa per arrestare il danno che gli esseri umani stanno facendo alla terra, alberi come soluzione, come cura, o almeno come balsamo, per permettere al pianeta di rigenerarsi, di prendersi una pausa da noi.

Ed è così godibile, questo libricino di “avvicinamento all’ecologia”, proprio per il continuo dialogo immaginario tra l’autore e suo figlio, in un prossimo futuro.

C’è uno scambio, in particolare a circa a metà del libro. Cosimo chiede:

«Papà, ma tu quando ti sei reso conto di questa cosa che hai fatto?».

«In che senso, Cosimo?».

«Quando hai capito che il cambiamento climatico è un problema enorme, che mette nei guai me, i miei cugini, i miei amici…che hai fatto? Hai continuato ad andare avanti come sempre?».

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