Le regine della filosofia | Rebecca Buxton e Lisa Whiting

Da diverso tempo rifletto molto sui livelli di tolleranza a cui mi sono dovuta aggrappare per sopravvivere nella mia vita al paternalismo, ai modi accondiscendenti e a un linguaggio sottilmente umiliante di impostazione patriarcale. Per il 2023 tra i buoni propositi c’è quello di affidarmi di più a me stessa, concentrandomi su ciò che mi fa stare bene.

Per questo motivo per mia formazione filosofica, ho voluto guardare indietro nelle vite e nelle opere di alcune tra le più importanti pensatrici rispolverando l’eredità di grandi donne che hanno fatto la storia del pensiero con la lettura del volume Le regine della filosofia di Edizioni Tlon illustrato da Caterina Ferrante e curato da Rebecca Buxton insieme a Lisa Whiting.

Dalla Prefazione di Maura Gancitano si mette subito in chiaro quanto sia andato perduto avendo privato le donne di poter iscriversi all’Università, di poter pubblicare libri, di poter tenere conferenze pubbliche e altro ancora. Il mondo ha perso migliaia di filosofe che forse nei millenni avrebbero potuto imprimere un altro corso alla storia umana. Anzi le donne sono state escluse due volte, prima dagli scenari dove avveniva l’azione e poi, anche quando hanno avuto pieno accesso, sono state escluse dal racconto dell’azione.

Il libro Le regine della filosofia vuole tentare di restituire un’eredità di cui non si nascondano le ombre, tra stereotipi, pregiudizi e mancati riconoscimenti. Ma questa è soltanto una tra le molteplici e difficili sfide che dovremo affrontare in futuro, con l’eredità tragica che ci ha lasciato l’impatto disumano che abbiamo avuto sul mondo negli ultimi secoli. Penso sia importante riflettere sulla domanda che Gancitano fa a se stessa: se lo spazio della filosofia fosse stato aperto a chiunque, avremmo evitato di trovarci sull’orlo del disastro con la sensazione di essere alla fine della storia e ai limiti della nostra autodistruttiva natura umana? Tutto questo è filosofia, e quindi è vita

Prima di tutto: le pubblicazioni che celebrano le opere e le vite delle filosofe sono pochissime. Le donne sono state sicuramente sottorappresentate in ambito filosofico e accademico perché sono state storicamente escluse dall’istruzione. Il tipico programma di un corso universitario di filosofia aderisce al convenzionale “canone filosofico”, non considerando le esponenti femminili. Simone de Beauvoir viene ritenuta per esempio spesso più una pensatrice femminista che una filosofa. Questa stessa percezione viene applicata a molte filosofe, ignorate a volte anche dall’attuale ricerca accademica. Questo compendio adatto a ogni tipo di lettore vuole dare loro una voce attraverso le storie di venti filosofe (alla fine del volume si trova un elenco più esteso di pensatrici) riportate da venti autrici. Si pone poi sulla stessa direzione dell’opera pionieristica in quattro volumi a cura di Mary Ellen Waithe, A History of Women Philosophers del 1987 o dello scritto in latino Mulierum philosopharum historia di Gilles Ménage del 1690.

Alcune di loro sono già conosciute – da Ipazia ad Hannah Arendt, passando da Angela Davis a Iris Marion Young – altre forse per la prima volta, ma tutte sono davvero fonte d’ispirazione e in grado di contribuire senza eccezioni alla nostra comprensione della filosofia e della sua storia.

REBECCA BUXTON e LISA WHITING

Le autrici REBECCA BUXTON e LISA WHITING

Diotima – la figura enigmatica, fittizia o no che compare nel Simposio di Platone – può essere designata come la prima filosofa. La sua voce ha avuto un potente influsso sugli insegnamenti di Socrate e quindi anche sulla storia della filosofia per come la conosciamo. In fin dei conti sapere se Diotima sia esistita oppure no non è qui la nostra principale preoccupazione.

Ho trovato molto interessante anche la terza filosofa citata, Lalla o Lal Ded (1320-1392), conoscendo pochi dettagli della storia della filosofia antica orientale. Ritenuta figura autorevole sia dalla tradizione indù śaiva che da quella islamica sufi, per lei la filosofia è qualcosa di pratico: una ricerca della verità e della libertà che richiede una trasformazione radicale del corpo, della mente e della coscienza. Non è concepibile che figure come Lalla rimangano nel dimenticatoio, stiamo parlando di una figura carismatica, potente, modernissima, poetessa apprezzata e grande sostenitrice della necessità di vivere la vita all’insegna di una libertà prima di tutto fisica e spirituale.

Sophie Bosede Oluwole, madre della filosofia yoruba classica contemporanea, ha creato non solo un corpus accademico vasto e all’avanguardia, ma una sfida allo status quo, un tentativo di porre fine all’ignoranza, fornendo alle persone la possibilità di interrogarsi criticamente su presunte verità da fin
troppo tempo accettate come immutabili. Interessantissimi i suoi studi sull’analogia fra Socrate e Orunmila.

Le regine della filosofia è un’opera non solo per tutti, scritta bene, equilibrata, e soprattutto fa un lavoro di archeologia di genere per restituire al discorso storico le vite delle donne al lettore senza polemiche aperte contro il modello filosofico androcentrico e sessista. Parte dai fatti, dalla storia della filosofia, che non è stata né egualitaria né inclusiva, parla della difficoltà da parte delle donne di essere riconosciute con autorità nell’arena del pensiero dominata dal genere maschile.

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