Il ciclo è ancora un tabù? – Rosso è bello, intervista a Lucia Zamolo

Dall’inizio del 2020 sono usciti diversi libri che parlano di ciclo: Fazzoletti rossi di Roberta Marasco per il Battello a Vapore, È tutto un ciclo di Karen Schneemann per Editrice Il Castoro (ve ne parlerà presto Alessia), Seiri Chan – La tua amica mensile di Ken Koyama per Edizioni Star Comics e Rosso è bello di Lucia Zamolo per Edizioni Sonda. Di questi libri ne ha parlato molto bene Giulia Blasi in Quei giorni del mese – Libri e fumetti per femmine e maschi, una delle dirette organizzate da Decameron – Una storia ci salverà, festival italiano totalmente digitale nato a causa del Covid-19 e di conseguenza per via di tutte le presentazioni, i festival e le fiere che sono state cancellate o rimandate.

Il ciclo mestruale (o mestruazioni): uno degli argomenti più tabù che ci possano essere al mondo. Infatti, il ciclo è comunemente chiamato in svariati modi: le mie cose, sono indisposta, parenti russi, il marchese, sono in quei giorni lì, ho gli ospiti, zona rossa, periodo della luna, navigo nel mar Rosso, parenti in visita, red wedding (per gli amanti di Game of Thrones), semaforo rosso, e potremmo andare avanti per un bel po’ (un video divertente a tal proposito lo hanno fatto i the JackaL)…

Tratto da “Rosso è bello”

Perché non possiamo vogliamo dire le cose esattamente come stanno? Perché dobbiamo vogliamo nascondere l’assorbente nella tasca dei jeans o nella manica del giubbino? Perché dobbiamo vogliamo sussurrare la parola “mestruazioni”? Il ciclo è un evento naturale. Si parla tanto di emancipazione e poi ci si vergogna di una delle cose più normali che avviene dal tempo dei tempi? È una “battaglia” a cui tengo in particolar modo perché se ci vergogniamo della nostra natura e del nostro corpo, con che coraggio lottiamo per gli altri nostri diritti?

Rosso è bello è un vero e proprio gioiellino. Intanto perché è scritto interamente a mano (l’autrice, che è tedesca, ha usato la sua grafia ricopiando la traduzione italiana a cura di Anna Becchi). Poi, perché è uno strumento molto utile, non solo per le ragazze ma anche per i ragazzi che fisicamente non possono provare i nostri dolori, le nostre sensazioni, la sindrome pre e post mestruale e via dicendo… Lucia Zamolo, attraverso parole calligrafiche e grandi disegni, parla di ciclo senza peli sulla lingua, in modo ironico e schietto: spiega le mestruazioni dal punto di vista scientifico, racconta il tabù del ciclo nella storia e in diverse culture, parla di tamponi e assorbenti e del colore che questi assumono nelle pubblicità, ma dà anche dei consigli su come prendersi cura di sé durante i giorni del ciclo (per esempio elenca alcune posizioni yoga per alleviare il dolore). Le ho rivolto qualche domanda per conoscere meglio il suo progetto e ne è uscita quest’interessante intervista. Grazie Lucia e grazie Eliana!

Come ti è venuta l’idea di scrivere e illustrare questo libro?
Quando il mio compagno di stanza se ne è andato dal nostro appartamento condiviso, abbiamo iniziato a parlare più liberamente di tutto ciò che riguarda il ciclo: tamponi, assorbenti e ciò che ci dà sollievo contro i crampi mestruali.
Ero molto arrabbiata, soprattutto con me stessa, perché avevamo trattato quest’argomento come un tabù. Così ho iniziato a chiedermi perché ci comportiamo così (ci troviamo a disagio a parlarne in pubblico o a scuola e nascondiamo le mestruazioni come se fossero un segreto) e ho capito che non è assolutamente necessario! Volevo esprimerlo con l’aiuto di un libro che si può leggere da soli, ad alta voce, in compagnia, condividerlo, regalarlo a qualcuno…

Nel tuo libro citi diverse fonti, tra cui Aristotele e Plinio il Vecchio. Uomini che parlano del ciclo mestruale dall’antica Grecia, passando dal Medioevo, per poi arrivare addirittura agli anni Settanta/Ottanta. Secondo te oggi la questione è diventata meno tabù? Nel mio piccolo vedo e sento ancora molti uomini e adolescenti maschi che non vogliono sentir parlare di mestruazioni…
Parlo per me: ho notato una crescente tolleranza e atteggiamenti positivi riguardo a quest’argomento. Tuttavia, a volte mi sembra di vivere in una piccola bolla in cui le persone condividono diverse opinioni e sono di mentalità molto aperta. Ma ho anche vissuto alcune situazioni discriminanti come per esempio il fatto che certe testate non hanno voluto pubblicare interviste che avevo fatto con i giornalisti riguardo al progetto del mio libro. Da una parte l’ho trovato molto triste ma dall’altra parte è stimolante per continuare a combattere il sessismo e i tabù insensati che discriminano gli esseri umani.

In Italia l’IVA sugli assorbenti è al 22%, mentre quella degli assorbenti compostabili è stata abbassata al 5%. È imbarazzante. Tu vivi in Germania, la situazione è migliore di quella italiana?
Fortunatamente da gennaio 2020 le tasse sui prodotti sanitari sono state ridotte dal 19 al 7%. Credo che questo sia accaduto perché le aziende hanno creato una petizione online e hanno chiesto alle persone, tramite i social, di firmare e poi hanno contattato il governo che in pochi mesi ha abbassato le tasse. È un’ottima notizia, ma è accaduta soltanto nel 2020!

Immagino che per questo libro tu abbia dovuto fare delle ricerche. C’è qualche saggio, film, serie tv, documentario in particolare che vuoi consigliare alle nostre lettrici e ai nostri lettori?
Mi piacciono molto i fumetti di Liv Strömquist. Il suo primo libro, Il frutto della conoscenza, mi è stato d’ispirazione per i contenuti utili e anche per il modo in cui lei dà le informazioni.
Un’altra cosa che consiglio di fare è parlarsi. Un sacco di donne che hanno il ciclo possono sicuramente raccontarvi cosa succede ai loro corpi e alle loro anime 😉

Riprendo una domanda dal tuo libro: Come sarebbero andate le cose se ad avere il ciclo fossero stati gli uomini?
Be’, personalmente credo che invece di essere visti negativamente avrebbe significato qualcosa di speciale di cui solo gli uomini sono capaci. Viviamo in un mondo che è altamente influenzato dal sistema patriarcale: gli uomini sono sempre stati – e lo sono ancora in diversi modi – più privilegiati delle donne. Hanno fatto le regole. Hanno stabilito questo sistema gerarchico e di conseguenza immagino che avrebbero dichiarato le mestruazioni come qualcosa che legittima e sottolinea il loro speciale status e il loro potere. Mi fermo qui!

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