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Coltello Comics: l’etichetta indipendente curata nei minimi particolari

Possiamo dire che in redazione, senza ombra di dubbio, siamo molto affascinat* dal lavoro di Lorenzo Coltellacci, classe ’92, copywriter e fumettista. Di Coltellacci, infatti, abbiamo recensito sia Un singolo passo, una storia emozionante di crescita e indipendenza in cui si racconta la storia di un giovane che parte per il Portogallo per il progetto Erasmus, sia Escher. Mondi impossibili, un omaggio illustrato all’artista olandese.

Mesi fa ho scoperto l’esistenza di Coltello Comics, realtà creata appunto da Lorenzo Coltellacci, etichetta indipendente con delle pubblicazioni davvero raffinate, curate nei minimi dettagli e particolari. Tra queste, per esempio, Speechless love stories di Mariolina Suglia o Poesie scelte, una raccolta di 6 poesie di Cesare Pavese illustrate da Ombretta Tavano. Incuriosita da questo progetto, dall’idea di fondo e dalla linea editoriale, ho fatto qualche domanda a Lorenzo e, di seguito, a Mariolina Suglia a proposito del volume Speechless love stories.

Ciao Lorenzo, grazie ancora per la disponibilità. Quando hai deciso che “da grande” avresti fatto il fumettista?
Prima di scrivere fumetti, avevo iniziato a pubblicare racconti su antologie e un breve romanzo. Ma sentivo che mancava qualcosa, non riuscivo ancora a esprimere tutto quello che avrei voluto attraverso le sole parole. Sono sempre stato un grande fan dei silenzi e dovevo trovare il modo per farli sentire. Così, un giorno di ormai tanti anni fa, quasi all’improvviso, mi sono accorto che uno dei racconti che avevo scritto sarebbe stato perfetto come fumetto, come qualcosa da “vedere”. All’epoca ero già un assiduo lettore di fumetti quindi cimentarmi nell’impresa di scriverli – per quanto mi spaventasse – mi sembrava un’idea abbastanza sensata. Non ero sicuro del risultato, ovviamente. A quello ci avrebbe pensato il tempo. Così autoprodussi il mio primissimo fumetto, Giorni, disegnato da Roberta Gentili. Ne stampai circa cinquanta copie e ne pubblicai alcuni capitoli online… con mio stupore venne, nel suo piccolo, accolto piuttosto bene. Per me fu una specie di via libera, potevo continuare a provare e sperimentare. Da quel giorno non mi sono più fermato.

Il fumetto, negli ultimi anni, ha avuto un’ascesa clamorosa. Al di là del mondo manga, anche le librerie si sono sempre più specializzate e hanno dedicato degli spazi proprio ai fumetti. Cosa ne pensi? Come vedi il mondo del fumetto in Italia oggi?
L’ascesa del fumetto in Italia degli ultimi anni è innegabile. Non solo a livello numerico (dati alla mano), ma anche di percezione. Il fumetto si è ritagliato letteralmente un nuovo spazio fisico nelle librerie, le persone lo sfogliano e lo guardano con curiosità, senza i timori di una volta. In qualche modo – leggasi: grazie a Zerocalcare – è riuscito a uscire dalla sua nicchia e a raggiungere sempre più lettori. La graphic novel sta diventando sempre di più un libro “di varia” (con tutti i lati positivi, ma anche negativi del caso…). Siamo ancora lontani dalla realtà franco-belga, dove il fumetto – e intendo proprio la graphic novel – continua a macinare numeri 10-15 volte più grandi di quelli italiani, venendo accolto e letto con lo stesso rispetto di un romanzo (quelli fatti di sole parole), ma sento che ci stiamo avvicinando… anche grazie a diverse case editrici che continuano a investire in maniera saggia e sempre più trasparente e strutturata sugli autori.

Tu hai pubblicato con Tunué e Magic Press (e presto con Sarbacane in Francia), quando hai deciso di creare un’etichetta indipendente?
Il bisogno di creare una mia etichetta è stato parallelo a quello di continuare a pubblicare con grandi editori. Non perché con un editore non mi senta libero (anche se, effettivamente, esistono delle meccaniche commerciali da cui, gioco forza, non ci si può sottrarre del tutto), ma perché con una mia etichetta – o più in generale facendo fumetti “per me” – ho potuto continuare a imparare tantissime cose, a mettermi alla prova, a fare da editor (agli altri e su me stesso). L’autoproduzione è stata una grandissima palestra, per me. La prima storia a fumetti che scrissi l’ho autoprodotta (2014), poi ho pubblicato per il mercato “mainstream” e solo dopo un po’ di anni sono tornato all’autoproduzione (2019), come esigenza personale e professionale. Ma senza l’autoproduzione, senza essermi messo sempre in gioco, non sarei arrivato, nel mio piccolo, dove sono oggi. Ecco un aneddoto: Giorni lo inviai anche alla Magic Press e mi rispose gentilmente uno dei suoi editor, con la sua mail personale. Mail personale che mi servì, qualche mese dopo, a fargli avere un via diretta la bozza di Kamasmart

Questo è davvero un aneddoto interessante! L’autoproduzione, quindi, nasce da un’esigenza particolare?
Sì, dalla voglia di continuare a sperimentare e avere la possibilità di raccontare comunque quelle storie che per problemi di lunghezza di pagine, tematiche o stile, non riuscivano a trovare un editore. Ed è stato ancora più bello quando mi sono accorto che con Coltello Comics potevo dare voce anche ad altre persone, raccontare altre storie, oltre alle mie. E così ho fatto e continuerò a fare.

Le Poesie scelte di Cesare Pavese illustrate da Ombretta Tavano è un’edizione curata nei minimi particolari. Mi ha molto colpito, per esempio, proprio il corpus delle poesie di Pavese. Ci racconti il processo di realizzazione?
Le ho scelte insieme a Ombretta, anche lei grandissima appassionata di Pavese. Avevamo stilato una lista di una dozzina di poesie, aggiungendone un po’ per uno, e poi per questioni di spazio abbiamo dovuto scartarne un po’, fino ad arrivare alle sei finali. È stato un processo doloroso, se così si può dire: come si può dire che una poesia di Pavese sia meno bella di un’altra? In alcuni casi, infatti, ci siamo giustificati dietro a mere questioni pratiche, di impaginazione e lunghezza… Una volta scelte, Ombretta ha proceduto in autonomia con le illustrazioni, continuando però a confrontarci sempre.

È possibile inviare a Coltello Comics progetti di pubblicazione o siete voi a sceglierli?
Assolutamente sì, ma pubblicando solo 2/3 libri l’anno è un po’ difficile per noi dire di sì a tutti. Oltre all’antologico (ne viene stampato uno all’anno), continuo sempre a cercare nuove storie di autori che – secondo il mio modesto parere – meritano maggiore diffusione delle loro opere, o almeno una edizione cartacea. Così è stato per SPAM –  Il mandarino psichico di Roberto Guerinoni (che proprio lo scorso anno, chiamiamola coincidenza, è stato candidato a Lucca tra le migliori storie web…) o SSL di Mariolina Suglia.

Quali sono le ultime novità di Coltello Comics?
A maggio è uscito il nuovo antologico Senza tabù, che si lega alla scia dei “Senza” seguiti da una parola di 4 lettere. Ci sono 10 storie che esplorano tutti i tabù del nostro tempo in maniera intelligente e divertente. Sto anche progettando il nuovo LIP (Libro in portafogli), quello piccolo come Pavese, stavolta dedicato a Poe e illustrato da Federico Festival. E se riesco, entro la fine dell’anno dovrebbe uscire anche il “seguito” (o spin-off) de Il numero suo, stavolta disegnato da Lucia Vagnoni.

Wow, che meraviglia! Dove possiamo seguire ColtelloComics?
In primis sul nostro sito e poi soprattutto sulla nostra pagina Instagram.

Grazie ancora! E adesso passo la parola a Mariolina Suglia, autrice di Speechless love stories. Come per Lorenzo, chiederei anche a te di raccontarti il tuo percorso di illustratrice.
Ciao!
Come molti miei colleghi, disegno praticamente da sempre. Ho studiato grafica e motion graphics, ma l’illustrazione è sempre stata una passione che ho coltivato quasi da autodidatta. “Quasi” perché ho lavorato tanto con altri amici illustratori, e l’unione in questo caso fa veramente la forza, ho imparato tanto dai miei colleghi.

Nella brevissima prefazione di Speechless love stories scrivi “Mi piace raccontare storie tanto quanto non mi piace usare le parole per farlo” e tu racconti e descrivi perfettamente la vita dei due protagonisti ma soprattutto la loro quotidianità, le loro emozioni e i loro sentimenti senza usare neanche una parola. Come si racconta una storia senza usare le parole? E quanto è difficile?
Per me è difficile rispondere a questa domanda proprio perché non so utilizzare bene le parole… Forse riuscirei a spiegarlo meglio con delle immagini 😀

Per Speechless love stories c’è stato un editor che ti ha seguito nel progetto oppure avevi già tutto in mente?
Devo dire che è venuto fuori di getto. Ho sempre avuto un sacco di storie in mente, che avrei voluto raccontare sotto forma di corti animati muti, ma come si sa, l’animazione richiede troppo troooooppo tempo, perciò ho deciso di metterle giù sotto forma di vignette e caricarle online. Lorenzo mi ha contattata quasi subito dopo i primi episodi per realizzare un libriccino dedicato e ne sono stata felicissima, mi ha aiutata tantissimo con l’impaginazione e con certi accorgimenti da esperto nel campo.

Dove possiamo seguire i tuoi meravigliosi disegni?
Sulla pagina Instagram dedicata alle storie oppure sulla mia pagina personale.

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